La Maremma è ricca di bellezze, ma vi siete mai chiesti perché si chiama proprio così? La risposta, come è facile intuire, ha a che fare con il mare e con la storia antica e medievale.
Etimologia
Il termine Maremma viene, come molte parole italiane, dal latino. Con maritima i romani indicavano infatti le contrade marittime, tutti quei territori bagnati dal mar Tirreno. Nel corso dei secoli il termine si è trasformato e ha dato il nome alla zona costiera toscana che oggi si chiama Maremma. Altri studiosi hanno proposto, con meno fortuna, l’ipotesi di un’origine castigliana del nome, da marisma (palude).
Maremma: storia e geografia
Nel 790 d.C. si ha la prima attestazione del toponimo Maremma, che al tempo definiva la parte costiera del Ducato di Tuscia, un’area molto ampia. Nel Trecento Dante faceva riferimento alla zona nell’Inferno, descrivendola come impervia e arbustiva, individuandone i confini tra Cecina e Tarquinia, e tornava a nominarla nel Purgatorio, in relazione alla famosa storia di Pia dei Tolomei.
Nei secoli successivi, pur non esistendo una delimitazione politica, si è incominciato a definire la Maremma con più precisione e oggi indica l’area che dal nord della provincia di Roma comprende il viterbese (Maremma Laziale) e si estende poi in Toscana, dalla provincia di Grosseto alla Maremma Livornese. Comunemente con l’espressione Maremma toscana si indica la parte grossetana, che comprende la laguna di Orbetello, il Monte Amiata e le Colline Metallifere.
Maremma: tra mare e palude
Il nome comune maremma viene raramente usato anche in geografia per riferirsi a delle zone costiere paludose, come sottolinea l’enciclopedia Treccani. In particolare la nascita di tali aree è dovuta alle basse maree, causa della creazione di dune che impediscono ai fiumi di sfociare in mare. Da qui la nascita di specchi d’acqua interni, degli acquitrini non collegati al mare.
A rendere il territorio della Maremma riconoscibile sono state infatti caratteristiche precise. Si trattava di zone poco accessibili, paludose, a forte rischio malarico e per di più con fenomeni di brigantaggio diffusi. A risollevare le sorti dell’area sono state le varie opere di bonifica, effettuate prima dal Granducato di Toscana e poi dal Regno d’Italia, fino ad arrivare all’ammodernamento del Novecento.
Oggi è una meta turistica di eccellenza, nota sia per i suoi caratteristici borghi medievali sia per le località di mare.