Percorrendo la strada del mare, lungo il serpeggiare delle curve che separano la città di Siena da Follonica, scoviamo lo spettacolo delle Roste.
Questa particolare attrazione si trova nell’Alta Maremma Toscana, precisamente lungo il versante sinistro del fiume Merse, nella vallata tra le colline di Montieri e di Boccheggiano.
(Le coordinate esatte di Google Maps sono consultabili qui: posizione roste)
Una massa rossastra di roccia friabile, chiaramente scavata dagli agenti atmosferici, che grazie alla sua forma e colore, un po’ ricorda i ben più noti ed imponenti colossi rocciosi americani della Monument Valley.
Un’attrazione che colpisce chiunque vi passi accanto, lungo la strada, anche se non ne conosceva l’esistenza. È infatti impossibile non essere catturati da questa visione quando da Siena si scende verso il mare e d’improvviso, tra una curva e l’altra in mezzo ai verdi boschi, si apre davanti agli occhi un vero scenario marziano.
Una breve sosta è d’obbligo.
A lato della strada si trova un’apposita piazzola di sosta corredata da un cartellone illustrativo con informazioni sulla formazione di questi “Calanchi rossi del Merse”.
Le Roste: una formazione naturale?
Questa surreale massa rocciosa è chiaramente fuori luogo rispetto al contesto morfologico delle Colline Metallifere Toscane. Infatti le Roste non sono una formazione naturale. Si tratta invece di un’imponente massa di scorie derivanti dall’estrazione e lavorazione del rame. Un’attività portata avanti tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 nella miniera Merse, situata poco distante.
Il materiale estratto, misto di elementi di rame e ferrosi, veniva lavorato tramite il metodo detto Conedera, che in breve prevedeva i seguenti passaggi:
- Estrazione dalla miniere e trasporto all’aperto tramite vagoni
- lavaggio e frantumazione
- accatastamento in cumuli ed arrostimento all’aperto
- passaggio di acqua sui cumuli, catturando solfati di rame e ferro
- immissione dell’acqua in forni di cementificazione con all’interno barre di ferro
- processo elettrochimico per il rilascio del rame puro
Gli scarti del materiale frantumato ed arrostito, sono stati accumulati in grandi quantità lungo la sponda del fiume Merse fino al 1914, anno in cui la miniera di rame ha cessato la sua attività. Piogge e venti hanno poi fatto il resto, creando così questa particolarissima scultura all’aperto.
Chiunque visiti la Toscana e sia in cerca di cose particolari da vedere o fotografare, deve di certo dedicare un po’ di tempo e perché no, qualche scatto, alle Roste. Un punto intermedio perfetto in un tour tra una visita all’Abbazia di San Galgano ed una alla città storica di Massa Marittima.